Anna Frank: è sufficiente parlarne, o ci può essere qualcosa di più?

Tutti stanno parlando di Anna Frank. Tutti, ma proprio tutti. Dal tifoso da bar all’accademico a cui bisogna spiegare perché in uno stadio si debba trovare una foto di una bambina con una maglia della squadra nemica. E il tutto, ovviamente, nel senso di un gesto dispregiativo e offensivo.

Come se nel 2017 avessimo ancora bisogno di questo.

Quello che però mi colpisce è il modo in cui si tratta questa questione. Furioso.
E quindi vedi il “Diario di Anna Frank” in tutti gli stadi italiani. Quelli, di cui la tifoseria incriminata, con la foto di Anna stampata sulla maglietta. Tutti i giornali che scrivono e raccontano, indignati, di questa vicenda.

Ma c’è un punto che sfugge. L’antisemitismo, non è mai morto. Così come la violenza dell’uomo verso l’altro uomo. Violenza che si esprime in ogni atto di bullismo, di razzismo. In ogni profugo lasciato morire, in ogni tredicenne violentato psicologicamente e fisicamente. In ogni storia che fa notizia, ma anche in ogni storia che non fa notizia.

Perché la vera questione è quale tipo di cultura stiamo costruendo. I nostri ragazzi, la generazione che sta crescendo pane e social, a quali valori si sta ispirando.

Pastore sii politicamente corretto, non esistono valori assoluti ma solo libertà assolute!

E’ questo il vero problema! Quando dichiariamo che ognuno ha diritto assoluto a essere e fare ciò che vuole, stiamo rimuovendo quei limiti che servono all’essere umano in via di sviluppo per discernere il bene dal male, il giusto dall’ingiusto.

Dobbiamo tornare a parlare dei valori assoluti e delle libertà relative! 

Già, ci sono valori assoluti di cui bisogna tornare a parlare. E’ necessario, è troppo importante. Il rispetto, la tolleranza, l’accoglienza. Il senso di fraternità che ha permesso a nazioni come gli Stati Uniti di scrivere nella propria Costituzione “de pluribus unum”, perché alla fine possiamo essere tanti e diversi, ma è solo comprendendo il valore di essere uno che possiamo diventare invincibili.

Spegnete quelle televisioni che vi danno in pasto valori corrotti e disgusto a piccole dosi. Iniziate a scoprire che il mondo è popolato di persone, di esseri umani. Che se nel 2017 molti di noi non hanno conosciuto cosa vuol dire essere in guerra, è perché all’indomani della devastazione si era compreso che è solo nel rispetto del valore reciproco che ci può essere crescita comune.

Alcuni lo chiamano WIN-WIN. Vinco io perché vinci tu, e vinci tu perché vinco io.

Vogliamo prendercela ancora con gli ebrei? Davvero la storia non ha insegnato nulla?

Perché, qualcuno ha interesse ancora per quello che non sta su Facebook?

Ok, concludiamo. Che lo sdegno di questi giorni si trasformi in ricerca. Che la rabbia trovi nello studio la sua fonte di espressione. Che l’odio diventi amore e la nostra fame di verità sia sfamato dall’unico cibo in grado di saziarsi.

Una riforma spirituale.
Cara Italia, ecco ciò di cui hai bisogno.
Lutero non c’è più,
ma io conosco qualcuno un po’ più in su
in grado di cambiare l’inerzia delle cose.

E’ possibile. E non starò a guardare.

‘È davvero meraviglioso che io non abbia lasciato perdere tutti i miei ideali perché sembrano assurdi e impossibili da realizzare. Eppure me li tengo stretti perché, malgrado tutto, credo ancora che la gente sia veramente buona di cuore. Semplicemente non posso fondare le mie speranze sulla confusione, sulla miseria e sulla morte. Vedo il mondo che si trasforma gradualmente in una terra inospitale; sento avvicinarsi il tuono che distruggerà anche noi; posso percepire le sofferenze di milioni di persone; ma, se guardo il cielo lassù, penso che tutto tornerà al suo posto, che anche questa crudeltà avrà fine e che ritorneranno la pace e la tranquillità.’  Tratto da “Il Diario di Anna Frank”

 

 

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