Catene di Sant’Antonio – Come Evitare le Bufale di Internet

Quante volte vi siete imbattuti nella lettura di una e-mail, di un messaggio o di un post in cui qualcuno vi chiedeva di condividere con più persone possibili?

Si tratta della cosiddette “catene di Sant’Antonio“, un tempo cartacee ora invece (in versione 2.0) passate sui principali social tra cui Facebook e Whatsapp.

Cosa sono le catene di Sant’Antonio?

Si tratta generalmente di appelli: per bambini malati, allarmi per virus informatici micidiali, promesse di guadagni, notizie o scandali clamorosi e altro ancora, tutti accomunati dall’esplicita richiesta di inoltrarli e condividerli con più persone possibili.

Perché esistono queste catene?

Per chi non è “nel giro” risulta difficile pensare che ci siano persone con così tanto interesse a generare e diffonderle. La verità è che sono spesso confezionate dagli “spammer“, nel migliore dei casi pubblicitari, per collaudare i propri sistemi di distribuzione delle pubblicità indesiderate o per raccogliere indirizzi e-mail e dati personali per gli usi più disparati.

A volte nascono in buona fede, spesso a causa di un disguido o di un equivoco e, diffondendosi si distorcono come nel classico “telefono senza fili”.

Ma non solo, a volte nascono per gioco o per scherzo, e diventando poi virali escono fuori da ogni controllo, oppure sono campagne diffamatorie programmatiche per difendere gli interessi di qualche lobby o per promuovere delle ideologie.

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Condividerle può essere dannoso?

In queste catene confluiscono centinaia o migliaia di indirizzi e-mail di destinatari o numeri di telefono che vengono poi raccolti dagli spammer per innondarci di mail o messaggi pubblicitari indesiderati, causando scocciature e perdite di tempo. Ma il grande danno è spesso la diffusione di menzogne pericolose.

In un mondo dove siamo costantemente sommersi dalle informazioni colpisce quanto in realtà siamo disinformati.

E questo fenomeno sempre più frequente delle catene di Sant’Antonio contribuisce alla nostra disinformazione: ci si fida di più della storia che ci inoltra un amico di quello che invece è ribadito sui canali ufficiali.

E così ci troviamo a credere che il mondo finirà il tal giorno perché qualcuno ha avuto una visione di angeli (a proposito, questo è leggermente antibiblico perché neanche il Figlio conosce il giorno…), oppure a credere che l’esercito ci stia controllando rilasciando sostanze chimiche nell’atmosfera (le famose scie chimiche), o a credere che i vaccini siano la causa di malattie autoimmuni e degenerative.

Queste menzogne, ormai largamente diffuse, stanno man mano distorcendo la verità creando allarmismo, scandalo e potenziali problemi sociali.

Come comportarsi quando ne riceviamo una?

La prima e più importante cosa da fare è riconoscerla. Alcune volte è davvero semplice: se vi è una richiesta esplicita di condividere con più persone allora l’indizio è evidente.

Inoltre spesso queste catene hanno informazioni vaghe. A differenza delle vere notizie giornalistiche non contengono dati precisi su chi, cosa, dove, quando e come!

In ogni caso bisogna valutare la veridicità del messaggio o della notizia. Un modo semplice è quello di effettuare una ricerca sui canali ufficiali: provate con google, oppure informatevi sui quotidiani o confrontandovi con la Bibbia in caso di temi “cristiani”.

Insomma, accertiamoci che quello che stiamo per condividere sia vero (ricordiamoci che siamo luce in questo mondo). Questa analisi è una nostra responsabilità importantissima. Se non la faremo saremo caduti anche noi nella “trappola”. Evitiamolo.

Se scopriamo che si tratta dell’ennesima bufala ignoriamola totalmente e prendiamone le distanze.

 

Usiamo i nostri media per comunicare buoni e sani messaggi.

 

Il Team Media

 

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