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Gesù chiama Levi

(vedi Matteo 9:9-13; Marco 2:13-17)

27 Più tardi Gesù usci lungo la strada e vide un certo Levi seduto dietro il banco dove si pagavano le tasse: era infatti un esattore. Gesù gli disse: “Seguimi!”.

28 Allora Levi abbandonò tutto, si alzò e cominciò a seguirlo.

28 Poi Levi preparò un grande banchetto in casa sua. C’era molta gente: agenti delle tasse e altre persone sedute a tavola con loro.

30 I farisei e i maestri della Legge mormoravano e dicevano ai discepoli di Gesù: – Perché mangiate e bevete con quelli delle tasse e con persone di cattiva reputazione?

31 Gesù rispose: – Quelli che stanno bene non hanno bisogno del medico; invece ne hanno bisogno i malati. 32 Io non sono venuto a chiamare quelli che si credono gusti, ma per quelli che si sentono peccatori, perché cambino vita.

Luca 5: 27-32

Spesso abbiamo una concezione errata della chiesa, pensiamo infatti che sia il posto per le sole persone buone e giuste, per chi insomma è già a posto con Dio. Ma questa non è la visione che Gesù aveva e ha per la chiesa.

Gesù infatti non ha fondato la chiesa come un “club” per santi, ma l’ha concepita come un ospedale per accogliere chi ha bisogno del medico.

Questo episodio della bibbia mostra come Dio, che guarda al cuore e non all’apparenza (1 Samuele 16:7), possa chiamare gli ultimi della società, quelle persone che le istituzioni religiose dell’epoca avevano escluso, per essere discepoli.

E i religiosi, coloro che erano considerati da tutti giusti e santi, proprio loro restano fuori a guardare, senza prendere parte al banchetto, senza vivere una relazione di comunione con Cristo.

Un incoraggiamento per tutti coloro che oggi si sentono inadatti, non pronti o non degni di avvicinarsi a Dio. Lui è qui apposta per accogliere, come allora Gesù sta chiamando chi ha bisogno del medico. Non è venuto infatti a chiamare chi si sente già giusto e a posto.

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