Ti amo Papà

Il 12 maggio 2016 sono diventato papà. Un sogno, finalmente diventato realtà.

Sapete, non so spiegarmelo bene ma dal primo istante in cui ho sentito quel suo tenero  pianto, l'ho amato. Il nostro rapporto per ora si compone di pannolini, biberon, pianti e sorrisini regalati. Lui è mio figlio: e io lo amo.

Trovo che questo sia pazzesco

Cioè intendo è pazzesco che mio figlio non deve fare nulla per essere amato. E non potrebbe fare nulla per non essere amato.

Oh, vedo già sui vostri volti qualche espressione del tipo “sì sì parli così perché pensi che un bambino rimanga neonato. Prova ad avere un figlio adolescente e poi ne riparliamo”.

Sì perché in effetti sono d’accordo nell’affermare che l’adolescenza è quella fase, che per alcuni non finisce mai, mentre per tutti inizia ai 13-14 anni, in cui una notte - d’improvviso - il nostro cervello scivola via dalla nostra testa per finire nel cassetto.

E lì ci rimane. Per anni.

Nulla da dire. Hai ragione. Avere un figlio adolescente è un vero rompicapo. Voglio dire: per lui non vai mai bene, non capisci mai niente, sei arretrato, non sei un padre di cui andare fiero con i propri amici. Insomma, niente male.

Allora penso: ma se potessi obbligare mio figlio ad amarmi e stimarmi dal primo all’ultimo respiro della sua vita?

...

No. Non vorrei. 

Credo sia comunque meglio essere amati d'un amore spontaneo, reale - rischiando anche di essere non amati del tutto - piuttosto che essere amati d'un amore comandato.
Cioè io vorrei che mio figlio mi amasse perché lo vuole.
Anche se questo vuol dire dargli la libertà di non amarmi.

La libertà di amarmi, la libertà di scegliere ogni giorno per sé credo sia il dono più grande che un padre mai dovrebbe privare al proprio figlio.

Voglio dire, avere un figlio obbligato ad amarti e a seguire i tuoi consigli è un conto, avere un figlio che ti ama perché lo vuole e perché crede in ciò che dici e in ciò che sei è tutt’altra cosa!

E poi che soddisfazione dev’essere vedere quel tuo figlio libero di decidere, libero di scegliere, girarsi verso di te, guardarti e dirti “ti amo, papà”.

Sapete, sono fortemente convinto che un giorno anche Dio abbia desiderato di avere non un figlio, ma un gran numero di figli!

Allora ci pensa un po’ su e poi decide: li creo.

Già si pregusta i suoi figli che nascono e si vanno a far coccolare dal loro Papà... ma poi tutto d’un tratto li vede adolescenti. Vede l’umanità che decide di vivere senza di Lui. Che mettono il cervello nel comodino e decidono che Dio è roba da vecchi, roba del passato, roba da ignoranti. Che Dio non c’è, e anche se ci fosse non capisce niente.

Dolore. Nel momento in cui immagina tutto questo, Dio prova dolore. Ne sono certo.

Ma anche Lui, e Lui più di me, si trova davanti a quella scelta tanto complessa quanto semplice: creare figli che mi amano perché devono, o creare figli che siano liberi di amarmi o di scegliere di non farlo?

Beh, un Padre come lo è Lui non avrebbe potuto prendere un altra scelta.

Ed eccoci qua. Liberi di farci la nostra vita oppure di ricordarci di nostro Papà.

E Lui... ad amarci. Perché non c’è nulla che dobbiamo fare per essere amati.

E non c’è nulla che possiamo fare per non essere più amati.

E Lui è lì, potete starne certi, ogni giorno, ad aspettare quel momento in cui tu ti girerai, lo guarderai e gli dirai “ti amo Papà”.

Poi noi possiamo fare finta di niente, possiamo bestemmiarlo, credere che davvero siamo stati messi su questa terra per caso. Credere che non c’è nessun Dio, nessun Padre, nessun Creatore.

Ma che noi lo crediamo o meno,
il Dio che ha creato ogni cosa è lì,
ogni giorno,
con le sua braccia spalancate,
gli occhi lucidi
ad aspettare un nostro
“ti amo, Papà”.
Lasciando a te, e a me, la scelta.

Questo è amore.

                                                                           Past. Giacobbe

 

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