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I preconcetti dell’uomo

Gesù e la donna samaritana (Giovanni 4:1-41)

All’epoca di Gesù i samaritani erano considerati dai giudei persone senza alcun valore. Questo perché, circa 720 anni prima, a seguito della deportazione assira, gli israeliti del regno di nord rimasti si erano mescolati ad altre popolazioni pagane impiantate dagli assiri. I giudei quindi non li consideravano più parte del popolo di Israele, ma li riteneva un incrocio abominevole.

La questione era così rilevante che i Giudei, in particolare i religiosi, non avevano alcun rapporto con i samaritani e non contemplavano la possibilità per un uomo di Dio di rivolgersi a loro… ed ancor meno nei confronti di una donna!

L’amore di Dio va oltre

Ma Gesù non seguiva la religione o le regole degli uomini. Gesù amava le persone, e ancora oggi le ama a prescindere da ogni preconcetto di età, cultura, razza o estrazione sociale. Gesù è venuto per uno scopo ben preciso, e questo suo mandato è riportare ogni persona ad un’esperienza personale con Dio Padre.

E’ questo il mistero dell’incarnazione, Dio che si è fatto uomo per raggiungere l’uomo lì dove si trova. Non ha richiesto di fare qualcosa per meritarsi la salvezza, non ha chiesto all’uomo di elevarsi fino a Lui. Ma è sceso Egli stesso per salvare, è venuto per essere il Dio degli ultimi.

Questo fatto i religiosi non lo hanno mai compreso, allora come oggi faticano ad accettare il Dio degli ultimi.

Gli ultimi

Gli ultimi sono quelli che il mondo considera tali, quelle persone che hanno perso tutto per Dio, chi insegue il sogni del Padre invece che i suoi, chi vive per Dio invece che per se stesso. Ma che un giorno saranno primi.

Tutti gli evangelisti riportano questo concetto: molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi.

Noi valutiamo l’apparenza senza vivere la sostanza, spesso non riusciamo a vedere né il valore che abbiamo, né quello di chi ci sta a fianco. Siamo molto più di ciò che appare, impariamo a guardare con gli occhi di Dio, impariamo a guardare il cuore.

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